Lituania: il tentativo di introdurre la vaccinazione obbligatoria nel settore sanitario fallisce. L’era sovietica non tornerà

Il 20 gennaio 2022 il Parlamento lituano, in fase di adozione, ha respinto gli emendamenti alla legge sulla prevenzione e il controllo delle malattie trasmissibili delle persone, proposti dalla maggioranza parlamentare del Governo, che introdurrebbero la vaccinazione obbligatoria per le persone che lavorano nel settore sanitario e nei settori dei servizi sociali. Il progetto ha suscitato molte accese discussioni, non solo in Parlamento, ma anche tra il pubblico.

In Lituania, che ha ottenuto l’indipendenza dall’Unione Sovietica tre decenni fa, questa iniziativa è stata vista dalla società civile come un tentativo di ritorno al totalitarismo, quando non solo la vaccinazione era obbligatoria, ma anche la cura di malattie veneree e mentali e varie dipendenze, senza rispettare i principi di autonomia e consenso libero e informato. I deputati del Parlamento che hanno presentato gli emendamenti alla legge hanno ricevuto molte lettere da elettori indignati e persino alcuni importanti dissidenti del regime sovietico hanno pubblicamente respinto l’iniziativa.

Anche diverse organizzazioni pubbliche e sindacati che uniscono medici e studenti di medicina si sono opposti agli emendamenti alla legge. Tali iniziative sono state descritte come umilianti la dignità dei medici e il prestigio della professione: ai medici, che con il loro giudizio professionale valutano per chi la vaccinazione non è raccomandata, o addirittura pericolosa, dovrebbe essere mantenuto il diritto di valutarne la convenienza, o meno, di detta vaccinazione per la loro salute personale.

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